24 feb 2013

Il pomodoro in Lunigiana


Il pomodoro in Lunigiana ha sempre rivestito un ruolo importante negli orti famigliari e non è raro trovare ancora persone che coltivano lo stesso seme da moltissimi anni, anche se questa pratica si è andata un po’ affievolendo con la moderna orticultura un po’ per pigrizia, un po’ perché è più comodo comperare le piantine già pronte al mercato o al consorzio, ultimamente si trovano anche al supermercato.
 Tutto questo e l’avvento degli ibridi gli F1, ha portato quasi alla scomparsa le antiche varietà e a ridurre in maniera consistente le cultivar attualmente coltivate.
E’ giunto il momento di fare un’inversione di tendenza, di tornare alle origini, tornando a riscoprire le vecchie varietà e tornare all’antica pratica di conservare i semi per non perdere un patrimonio genetico importante.
In Lunigiana non esiste una vera varietà locale, ma piuttosto vecchie varietà portate con gli scambi con le zone limitrofe, oppure portati dai migranti di ritorno a casa; noi coltiviamo vecchie varietà ne elenchiamo alcune senza un ordine preciso di importanza: costoluto fiorentino, grosso ligure, pisanello, fragolone di Lucca, canestrino di Lucca, riccio di Parma, Kg della Garfagnana, queste le principali, ma ve ne sono altre magari meno note e blasonate di quelle menzionate come ad esempio il canestrino antico, e altri che avremo modo di conoscerle meglio e in maniera dettagliata nei prossimi post.
Nel nostro cercare abbiamo trovato anche un pomodoro bistecca coltivato da oltre 50 anni sul territorio di cui è stato smarrito il nome, probabilmente cercando ne troveremo altri, forse i discendenti di quelle varietà coltivate negli anni 20 del secolo scorso, quando a Filattiera, un'industria parmense aveva impiantato una fabbrica che produceva conserve di pomodoro. Come possimamo vedere sono tutte varietà importanti dalla duplice attitudine insalata e salsa, mentre oggi guardando negli orti è facile trovare pomodori che sono stati studiati non per l’orticultura tradizionale, ma per un’orticultura estensiva meccanizzata andando a snaturare le varietà tradizionali.
Le vecchie varietà ci permettono l’autosufficienza sui semi (cosa non possibile con gli ibridi F1) questo vuol dire non dipendere più dalle ditte sementiere, avere semi disponibili per noi, ma anche semi da scambiare e condividere, anche questo faceva parte dell’antica solidarietà contadina.
Continuando a coltivare i nostri semi otteniamo un adattamento delle varietà al terreno, al clima, al territorio, in sostanza troviamo i nostri pomodori ideali, le varietà menzionate prima sono quel risultato, seminare anno dopo anno sul territorio conservando i semi dei frutti migliori, i più belli, i più grossi, questo era il modo di selezionare una volta.

14 feb 2013

Lunigianarborea è nato ci presentiamo

Nasce dall'idea di alcuni amici lunigianesi, collezionisti di biodiversità arborea questo blog, che ha l'ardire di voler diventare un punto di riferimento per dilettanti, collezionisti o solo semplici appassionati di biodiversità arborea riguardante il bacino orografico del fiume Magra.
Dietro a tutto questo vorremmo ricordare la figura di riferimento molto importante per noi di Giorgio Gallesio  che fu giurista e diplomatico, pubblico funzionario e agricoltore, acuto studioso del mondo vegetale, divenne famoso con la pubblicazione del suo Pomona Italiana, opera monumentale, ampia e dettagliata sul patrimonio frutticolo, agrumicolo, olivicolo e viticolo dell'Italia del primo Ottocento, un punto di riferimento anche attuale per le ricerche di conservazione e valorizzazione delle risorse genetiche dell'arboricoltura da frutto.
Noi vogliamo ricordarlo inoltre perchè ha dedicato molte pagine dei suoi scritti alla Lunigiana e a Pontremoli in particolare avendovi soggiornato per un anno.
I resoconti di questo soggiorno sono raccolti nel libro "I giornali dei viaggi", libro curato dal professor Enrico Baldini ordinario di arboricoltura generale presso l'università di Bologna e dato alle stampe dall'Accademia dei Georgofili di Firenze.
Giorgio Gallesio sottoprefetto a Savona, fu trasferito a Pontremoli nel 1813 e vi rimase fino al 21 marzo del 1814, giorno in cui dovette abbandonare Pontremoli in seguito all'invasione da parte delle truppe austriache della città stessa.
Durante la sua permanenza in città ebbe modo di visitare le campagne circostanti e in modo dettagliato descriverci meli, peri, fichi, susini, ulivi, viti, agrumi e molto altro, i suoi resoconti ci permettono oggi di conoscere in maniera minuziosa la realtà botanica di duecento anni fa.
Avremo modo di parlare spesso in questo blog, non tanto della figura del Gallesio che meriterebbe comunque di essere approfondita, ma delle sue ricerche e dei suoi scritti, in quanto ci permettono di andare alla ricerca di questi frutti perduti, che noi vorremmo in qualche modo salvare (almeno quelli che ancor'oggi sono presenti) in nome della biodiversità, salvare un patrimonio genetico che ci appartiene almeno come storia botanica, prima che scompaia nell'oblio dimenticato per sempre e non più recuperabile.
Lo sappiamo è un progetto ambizioso, dietro non ci sono scopi commerciali, ma solo di salvaguardia e conservazione, anche perchè buona parte di questi frutti non hanno le caratteristiche che richiede la moderna filiera alimentare.
In concomitanza con il bicentenario della presenza del Gallesio sul nostro territorio intendiamo organizzare alcune iniziative per ricordare il passaggio di questo grande personaggio a Pontremoli.
Due parole sulle iniziative senza dilungarci molto, ci saranno degli incontri che organizzeremo con studiosi ed esperti in materia, e alcune mostre, su queste ultime possiamo già dare delle anticipazioni, ad agosto a Pontremoli ci sarà una mostra di pomodori, dove cercheremo di dare risalto alla biodiversità ma non solo, e nel contempo visto che alcuni di noi sono soci dell'A.Di.P.A. ci aiuteranno a dare il giusto nome scientifico a piante e frutti.
Facciamo un breve esempio, parlavamo prima dei pomodori e cerchiamo di andare nello specifico, se prendiamo come esempio il pomodoro Costoluto fiorentino, tutti lo conosciamo con questo termine, ma in realtà il suo nome scientifico è: Solanum lycopersicum L. "Costoluto fiorentino" - Solanaceae -, dove Solanum lycopersicum nome espresso in latino si riferisce all'unità sistemica di base della classificazione del regno vegetale, vale a dire alla specie (che è l'insieme di tutti gli individui aventi stessi caratteri esterni e interni e capacità, incrociandosi tra loro, di dare origine a prole simile ai genitori e feconda).
Tale denominazione è sempre composta di due termini, secondo la cosiddetta nomenclatura binomia, ideata ed adottata dal grande biologo svedese Carlo Linneo (1707-1778), ed oggi usata dalla botanica sistemica per classificare ogni essere vivente vegetale.
Per continuare diremo che "Solanaceae" indica la famiglia alla quale la specie appartiene (tale termine finisce sempre con le lettere: aceae), ma avremo modo di parlare di questo più avanti.
Per tornare al discorso delle mostre, possiamo dire che dopo quella sui pomodori, nella primavera del 2014 ne faremo una sulle fragole antiche, ma di questo ne parleremo a tempo debito.
Sulle pagine di questo blog vogliamo parlare di orticole locali ma non solo nel segno della biodiversità, parleremo di frutti locali ma non solo, di vitigni locali ma non solo, parleremo di castagni, di ulivi, di agrumi e di tanto altro.
Attorno a noi vogliamo creare un gruppo di appassionati con cui scambiare idee, informazioni e materiale genetico (marze e semi), ma cerchiamo anche semplici curiosi della biodiversità arborea.
Chiediamo a tutti quelli che ci leggono di segnalarci piante antiche da frutto che abbiano superato i 50 anni d'età per i meli, peri, susini, peschi, albicocchi, fichi, viti, mentre per quanto riguarda castagni e ulivi devono aver superato i 100 anni, siamo interessati a conoscere anche piante non da frutto (esempio querce, ecc.) ma ultracentenarie e di notevoli e ragguardevoli dimensioni, tutto questo per creare una mappatura sul territorio di questi patriarchi della natura, e la dove vi fosse la necessità intervenire  per una salvaguardia di recupero con innesti di nuove piante per non perdere un patrimonio che è di tutti noi, di tutta la comunità lunigianese, ma non solo, la biodiversità è patrimonio dell'intera umanità.
Siamo inoltre interessati alla ricerca di vecchie varietà orticole di qualsiasi genere per un suo recupero e un'eventuale salvaguardia.
Chi fosse interessato al nostro progetto non esiti a contattarci alla nostra mail lunigianarborea@gmail.com abbiamo bisogno di persone che ci aiutino a portare avanti quest'iniziativa e i modi per darci una mano sono veramente tanti, a volte basta anche semplicemente coltivare una varietà per salvaguardare la sua biodiversità.
Vogliamo concludere questa semplice presentazione con un augurio a tutti voi, visto che si avvicina ormai la primavera, buona semina a tutti.