Segue dalla seconda parte
Vogliamo ora parlare del
progetto più ambizioso di Giorgio Gallesio la Pomona
italiana che lo tenne
impegnato tutta la vita, sul piano botanico il progetto presupponeva una raccolta
delle principali specie frutticole: mele, pere, pesche,
susine, agrumi, uva e fichi, illustrata con tavole botaniche; fedeli
riproduzioni delle varietà descritte: un'impresa mai tentata precedentemente,
in un paese diviso in molti Stati dalle caratteristiche climatiche e agrarie
lontanissime e senza tradizione di studi botanici e
agronomici comuni.
Consapevole
dell'impossibilità di visitare l'intera penisola, Giorgio Gallesio concentrava
l'attenzione sulla Toscana, dove contava molti amici, immaginando come titolo
dell’opera Pomona toscana,
ma ragioni editoriali l’avrebbero mutata in quello di Pomona italiana.
Sul piano grafico il progetto
doveva misurarsi con la mancanza, in Italia, di una scuola di raffigurazione
scientifica comparabile a quelle presenti in Francia, in Svizzera, in Germania,
ma proprio Firenze offriva a Giorgio Gallesio più di ogni altra città italiana; qui naturalisti
come P.A. Micheli (1679-1737) e F. Fontana (1730-1805) si erano potuti avvalere
di buoni disegnatori, per le raffigurazioni botaniche e zoologiche.
Consigliato
dall’amico N. Palmerini, il quale avrebbe condiviso i costi dell'impresa
investendo 2500 paoli aggiunti ai 7500 investiti da Giorgio Gallesio (come
risulta da una nota sul Giornale del 2 febbr. 1820), il
Gallesio affidava ad A. Serantoni il reperimento e il coordinamento di
disegnatori, incisori e coloritori.
La pubblicazione di tavole a colori, con stampa a
"mezzocolore" e successivo completamento manuale, era una sfida
temeraria.
L'impresa
si sarebbe arenata nelle secche, prossima, ormai, al completamento, nel 1839.
Il 2 settembre 1839,
pubblicando il fascicolo XLII, indirizzava ai sottoscrittori un messaggio in
cui prometteva che alla dispensa successiva avrebbe accluso il piano per
comporre tutte le tavole, pubblicate e da pubblicare, in cinque volumi: le
tavole erano state stampate senza ordine, e i sottoscrittori avevano ricevuto
il frontespizio e l'indice di due soli tomi.
Ma
il 29 novembre 1839 Giorgio Gallesio si spense a Firenze, ove fu sepolto in
Santa Croce.
La
morte interrompeva la stampa e i pomologi posteriori avrebbero dibattuto a
lungo sulla consistenza che l'opera avrebbe dovuto avere al compimento.
Continua……
L'immagine è tratta da http://www.pomonaitaliana.it/
Sono stato recentemente a Cesena alla biblioteca Malatestiana dove hanno la collezione completa delle 195 tavole pomologiche del Gallesio. E' stato emozionante fotografare e toccare quei manoscritti originali del Gallesio. E' un esperienza che consiglio di fare.
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